Il retail omnichannel è, al momento, uno dei concetti più ricercati dai marketer di tutto il mondo, eppure in Italia se ne parla ancora relativamente poco e, spesso, senza un’indicazione chiara di cosa si voglia intendere. Il concetto di omnichannel nasce dalla constatazione che i consumatori odierni scelgono canali diversi per effettuare i propri acquisti. Se in un negozio tradizionale si può contare sul rapporto diretto e sulla competenza del personale, che aiutano a chiudere la vendita sul momento, su uno store online è possibile raccogliere moltissime informazioni sul cliente, così da poter generare vendite future. Era inevitabile che i marketer, che notoriamente non sono mai contenti, si chiedessero: è possibile ottenere il meglio di entrambe le situazioni? Si possono raccogliere dati sul cliente anche mentre questo si trova fisicamente in negozio? Si può offrire assistenza personalizzata anche a chi acquista online? Le soluzioni adottate sono molteplici e di efficacia diversa. La situazione descritta in genere come la configurazione di marketing omnichannel ideale è quella che integra un utilizzo intelligente delle tecnologie digitali interattive all’interno dello store con un’approccio all’assistenza “orientato al cliente”. Come ogni cosa, anche il marketing omnichannel ha i suoi “estremisti”. Da un lato c’è chi propone l’approccio Orwelliano, dall’altro chi auspica una condivisione di tutti i dati con tutte le parti in causa: clienti, concorrenti e gente che si trova a passare di lì per caso. Ci troviamo ancora in una fase poco più che embrionale di questa tecnica di vendita e proprio per questo sarà interessante seguirne l’evoluzione.
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